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Intervista a una madre: la lettura del Tao, tra dolore e speranza.

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A volte la vita ci sorprende con situazioni nuove e inaspettate che si rivelano straordinariamente significative.

Per caso (ma il caso non arriva mai a caso) ho avuto la possibilità di immergermi in alcune letture del Tao Te Ching, uno dei testi fondamentali della filosofia e spiritualità cinese, scritto nel IV secolo a.c… Così datato, non ritenevo di poterne capire la portata leggendolo per me e non pensavo di essere in grado di leggerlo per altre persone. Eppure non è andata così.

Quando ho letto alcune pagine ad alta voce a chi me lo ha chiesto, le parole non sono rimaste solo parole: sono diventate ponti per l’ascoltatore. Ponti tra il passato e il presente, ponti attraversati da desideri paure, emozioni. 

In quel momento ho percepito una bellezza rara: il miracolo della speranza.

Che racconto qui, in questa breve chiacchierata con un’amica.

A.: Cosa ti ha spinto a condividere la lettura del Tao con altre persone?

Io: In una prima occasione mi sono trovata a doverlo fare, non ho avuto tempo e modo di farmi bloccare dai timori; poi l’esperienza si è ripetuta. Ogni volta mi è sembrata una magia, come se si dispiegasse una nuova luce.

In particolare un pomeriggio ho avuto l’occasione di condividere una lettura con due giovani donne, di un’età tra i 23 e 25 anni.

A.: E com’è andata?

Io: Un’esperienza intensa. Sono poco più grandi di mio figlio e portano sulle spalle un bagaglio di sofferenze e ferite che stanno superando con grande forza: una ha deciso di riprendere gli studi, mentre l’altra ha intrapreso il lavoro che ha sempre sognato. Durante la lettura ho visto nei loro occhi un cambiamento. Le parole del Tao sembravano rassicurarle, ci si sono ritrovate, con quell’incredibile gioia di chi si sente dire: “Sei sulla strada giusta”. Quei sorrisi incredibili mi hanno commossa, come se quelle parole fossero state scritte apposta per loro e io fossi stata unicamente un tramite. Hanno chiesto timidamente di potere fotografare quel passaggio letto per averlo con sé e rileggerselo.

A.: E tuo figlio? Come si intreccia questa esperienza con la tua vita da madre?

Io: Non ho mescolato la storia di mio figlio con loro, il suo dolore e i suoi conflitti. Sono vite diverse, e mi sembrava giusto mantenere quella distinzione. Ma soprattutto ero lì per loro e non potevo caricare il momento di cose mie. Poi verso sera, da sola, ho lasciato emergere i miei pensieri. Il dolore legato a mio figlio è diventato lacrime. È difficile essere madre: vorresti avere tutte le risposte, spesso non le hai. So che non posso trovare io gli strumenti per i miei figli; è una ricerca che devono fare da soli. Eppure il dolore di vederli in difficoltà talvolta sembra volermi lacerare dentro. È palpabile. Fa male.

Capita di sentirmi esausta, con le “scatole piene” di questa lotta infinita per tirarli fuori dai loro blocchi, stanarli dai nascondigli in cui si accovacciano e convincerli della bellezza della vita e delle infinite possibilità.

A.: E la lettura del Tao, cosa ti ha lasciato?

Io: Gli sguardi, i sorrisi, la sorpresa e qualche lacrima commossa; un bagaglio incredibile! Lo sguardo di chi ha ascoltato la mia voce leggere, la loro sorpresa di ritrovarsi in quelle parole o di trovare proprio le risposte attese come fossero un abbraccio. Ecco, il Tao mi ha insegnato a fidarmi del percorso, a non farmi prendere dallo sconforto e dalla fretta di trovare una soluzione. Anche quando mi sento persa o impotente, quelle parole mi ricordano che ogni cosa ha il suo tempo. Il Tao ha parlato anche a me attraverso quelle letture, invitandomi ad avere fiducia, ad accogliere il cambiamento e a lasciare che la vita faccia il suo

Alessandra Bonizzoni