Quando ci alziamo per iniziare la giornata ci assicuriamo di stare respirando e che il cuore batte? No.
Eppure senza queste due funzioni non ci saremo neppure svegliati e non potremo affrontare la giornata: il battito cardiaco è il fisiologico pulsare del nostro cuore e la respirazione consente di vivere: è il primo atto richiesto ad un neonato alla nascita e l’ultimo respiro quando terminiamo la vita terrena.
Durante la meditazione l’attenzione si sposta proprio sulla respirazione, per apprendere a respirare correttamente attraverso l’uso del diaframma; certo all’inizio sarà una respirazione controllata, profonda e lenta, ma a lungo termine diventerà naturale e utile ad alleviare gli stati di agitazione, preoccupazione e nei momenti di stress, quindi a riequilibrare il benessere psicofisico.
Normalmente siamo più propensi ad utilizzare la respirazione alta, veloce e poco profonda, e l’aria si ferma solo nella parte alta dei polmoni. Ecco l’affanno, la sensazione di mancanza d’aria, la fatica dopo una breve camminata. Questo non è utile a stare bene!
Chi pratica meditazione dovrebbe sapere di non stare solo respirando ma che sta prendendosi cura del proprio corpo.
Sono a titolo esemplificativo cito, soprattutto rivolgendomi a chiunque si affacci alla meditazione per la prima volta, come diversi studi delle neuroscienze – utilizzando strumenti come la risonanza magnetica e l’elettroencefalografia – abbiano evidenziato che la meditazione non solo calma la mente ma induce anche cambiamenti misurabili nell’attività e nella struttura cerebrale.
È stato dimostrato come la meditazione sia in grado di alterare l’attività delle onde cerebrali aumentando quella delle onde Alfa e Theta normalmente associate a stati di rilassamento e meditazione profonda.
Questi stessi studi hanno evidenziato durante la meditazione l’attivarsi della corteccia cingolata anteriore. Che cos’è? Un’area del cervello coinvolta nella regolazione delle emozioni e nell’elaborazione delle informazioni cognitive: l’attivazione di questa regione migliora la capacità di regolare le emozioni e di mantenere l’attenzione.
Inoltre, è stato mostrato l’aumentare della connessione tra diverse aree del cervello, migliorando così la comunicazione tra le reti neuronali; questo potrebbe spiegare alcuni dei benefici cognitivi associati alla meditazione, come una migliore memoria e una maggiore capacità di problem-solving.
La meditazione ha un impatto significativo sul sistema nervoso autonomo (SNA), in grado di regolare molte delle nostre funzioni corporee involontarie, tra cui la frequenza cardiaca, la respirazione e la digestione. L’attivazione del sistema nervoso parasimpatico durante la meditazione porta a una riduzione della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, creando uno stato di rilassamento profondo.
Chi pratica la meditazione con il tempo si accorge di sentire (finalmente!) il proprio corpo e se svolge un’attività fisica si accorge di trarne maggiore beneficio. Perché? Perché ha imparato a fermare la testa e ad essere solo corpo in quell’esatto momento.
Fare pratica meditativa significa avere cura di sé e approcciarsi al cambiamento.
Energydea ti invita a venire a meditare: scegli una data e fissala in agenda, ti aspettiamo di cuore.
Alessandra Bonizzoni